Una bestia invisibile ma pericolosa: 
l’inquinamento luminoso

Angelo Gambino/ Gennaio 17, 2023/ Astronomia, Curiosità, Inquinamento Luminoso

Il cielo notturno come patrimonio dell’Umanità

Nel Gennaio del 1994, alle 4:31 ora locale un terremoto di magnitudo della scala Richter si abbattè sulla vasta città di Los Angeles. A seguito dell’evento la città venne colpita da un blackout che lasciò la città completamente al buio. La gente che si riversò impaurita per le strade prese d’assalto i centralini del 911 riferendo di una gigantesca nube argentata sopra le loro teste. Era la Via Lattea.

Spesso si sente dire che chi studia o osserva il cielo per ragioni scientifiche, divulgative o fotografiche è alla costante ricerca di cieli bui al riparo dalle feroci luci parassita dei centri abitati.
Questo è uno dei motivi per cui ad un certo momento gli osservatori astronomici professionali iniziarono ad essere edificati in posti remoti. In realtà, la tendenza a costruire in tali luoghi deriva anche dal fatto che proprio questi luoghi permettono una posizione alta dell’osservatorio che garantisce il minimo spessore atmosferico e dunque un minor effetto della turbolenza atmosferica (seeing) sulle sorgenti da studiare.

Voi stessi potreste verificare quanto dannoso sia l’effetto delle luci cittadine sulla qualità del cielo, semplicemente notando il numero delle stelle visibili ad occhio nudo in pieno centro cittadino e in aperta campagna. Non c’è paragone! In città stentereste a identificare le stelle più brillanti dal fondo cielo di colore rossastro per via della diffusione della luce artificiale, mentre in campagna verreste sommersi dall’infinità di stelle visibili, dalle deboli ed evanescenti nebulose vicine e dalla Via Lattea (la nostra Galassia) che prospetticamente sembra avvolgere la sfera celeste e di cui, in posti abbastanza bui, potremmo addirittura osservare i piccoli particolari anche ad occhio nudo.
La sensazione più comune provata da chi alza la testa verso il cielo notturno per la prima volta da un luogo molto buio è quella di smarrimento e a volte di paura per quanto il cielo si rivela infinito.
Questa infinita bellezza è un diritto di qualunque abitante del nostro Pianeta e rappresenta un diritto inalienabile per come sancito dalla UNWTO (United Nations World Tourism Organization) assieme all’UNESCO, che ha dichiarato la volta celeste “Patrimonio dell’Umanità”.

Nonostante ciò, l’Inquinamento Luminoso continua a dilagare indisturbato in molte aree geografiche, minacciando l’ottimale funzionamento degli osservatori professionali e la tranquillità di chi, per osservare il cielo notturno è costretto ad allontanarsi di diversi kilometri dalle città, per raggiungere zone che sono molte volte solamente poco più accettabili in termini di qualità del cielo. 

Per misurare la qualità del cielo notturno gli astrofili sono soliti adottare ed utilizzare delle scale graduate di qualità del cielo notturno. La più famosa ed utilizzata è la scala di Bortle, che classifica l’inquinamento luminoso di un sito, tenendo conto dell’osservabilità di oggetti non stellari su una scala che va da 1 a 9. Per una completa reportistica dei criteri di classificazione secondo questa scala di qualità si rimanda alla pagina presente a questo link.

Classificazione della qualità del cielo secondo la scala di Bortle.

I rischi per la salute e per la Natura

Citando letteralmente quanto riportato nel testo della Legge Regionale n. 17 del 07 Agosto 2009 della Regione Veneto, definiamo Inquinamento luminoso “ogni forma di irradiazione di luce artificiale che si disperda al di fuori delle aree cui essa è funzionalmente dedicata e, in particolare, oltre il piano dell’orizzonte”.
Inoltre, definiamo inquinamento ottico o luce intrusiva “ogni forma di irradiazione artificiale diretta su superfici o cose cui non è funzionalmente dedicata o per le quali non è richiesta alcuna illuminazione”.

Da quanto riportato sopra, possiamo notare come facendo conoscere la problematica e sensibilizzando le istituzioni si possa riuscire ad intervenire legalmente tramite una regolamentazione che porti ad un controllo che sia capace di frenare (se non arretrare) il fenomeno dell’illuminazione selvaggia del cielo notturno.

Questo ha benefici solo sul cielo notturno? Ebbene, riflettendoci un pò ci rendiamo conto che i vantaggi di un miglioramento delle condizioni di illuminazione degli spazi esterni non riguardano solo l’osservazione del cielo, ma anche molteplici altri fattori. Tra questi i più importanti sono la nostra salute e l’ambiente.

Una cattiva illuminazione può essere la causa diretta di problemi legati all’alterazione momentanea della percezione degli ambienti circostanti.

A chi di voi non è successo di dover guidare la sera? Ebbene, molte volte vi sarà capitato di essere abbagliati da fari o lampioni che emettono luce non correttamente indirizzata verso la strada, ovvero entro i 90° rispetto alla verticale al suolo che è essenzialmente l’unica parte della strada da illuminare. Questo può essere causa di incidenti stradali, tanto che il Codice della Strada nell’art. 23 mettono al bando illuminazioni che possono provocare abbagliamento nei pressi delle strade.

Tipologie di schermaggio della luce artificiale

Oltre che alla propria sicurezza, l’inquinamento luminoso ha un influsso non da poco sui disturbi del ritmo circadiano del sonno, che consiste in una difficoltà ad addormentarsi, in risvegli mattutini precoci e incapacità di riaddormentarsi, oppure risvegli continui durante la notte. Proprio per il fastidio e i disagi che comporta, questo aspetto è generalmente più attenzionato e denunciato. Immaginatevi a cercar di prendere sonno in una stanza dentro cui entra la luce di un cartellone pubblicitario, magari anche intermittente, posto in prossimità della vostra abitazione. In inverno viene comodo chiudere le imposte, ma molte volte d’estate un pò meno a causa del caldo.

La continua esposizione alle luci artificiali con la conseguente alterazione del ritmo circadiano a lungo andare può portare ad effetti sempre più importanti come depressione, disturbi cardiovascolari e nelle più gravi condizioni limite anche al cancro.
Come riportato in articoli scientifici riconosciuti dall’American Association for Cancer Research, sembrerebbe che l’esposizione a illuminazione artificiale intensa o per lunghi tempi sia in grado di sconvolgere i nostri ritmi già sin dal concepimento (Stevens  et al, 2012). Inoltre, sembrerebbe che si abbia una incidenza di patologie cancerose in aumento per tutti quei soggetti che vivono in condizioni di foto-esposizione maggiore (Stevens et al. 2014).

Già queste implicazioni dovrebbero farci riflettere seriamente sull’impatto reale dell’inquinamento luminoso sulle nostre vite. Ma se ciò non bastasse, basti pensare che questo fenomeno ha un forte impatto anche sulla vita vegetale ed animale.
La fotosintesi clorofilliana cui sono soggetti gli organismi vegetali, infatti, prevede che in presenza di luce solare o artificiale vengano prodotte molecole di glucosio (utili alla vita della pianta) a partire da molecole di anidride carbonica e acqua. Il prodotto di reazione è l’ossigeno che la pianta libera attraverso gli stomi che si trovano sulle foglie.

In presenza di lampade che emanano radiazione su una banda che comprende anche la luce blu e UV (tipiche di sorgenti a luce bianca) questo ciclo viene sconvolto con conseguenze sul ciclo di vita di questi organismi (e ovviamente anche sulle nostre vite indissolubilmente legate alle loro).

Non soltanto le piante risentono dell’influsso dell’illuminazione artificiale, ma anche i volatili, e soprattutto quelli migratori per un motivo molto interessante.
Gli uccelli migratori durante i loro spostamenti stagionali utilizzano un sistema di orientamento durante la navigazione che si basa sulla posizione delle stelle (S. T. Emlen, 1975). E’ davvero impressionante constatare quanto le stelle siano un punto di riferimento un pò per tutti gli organismi viventi. Alla fine dei conti siamo tutti figli delle stelle!

Le intense fonti luminose artificiali presenti nelle città finiscono per portare i volatili fuori rotta e addirittura a schiantarsi su strutture artificiali fortemente illuminate (ad esempio sui grattacieli delle grandi città). Solo a New York si stima che ogni anno circa 10000 volatili si schiantano sugli alti grattacieli che questa meravigliosa città ospita.
Lo stesso tipo di disorientamento dovuto alle luci artificiali, potrebbe essere causa di grossi disastri. Un esempio è facilmente identificabile nel caso delle intense illuminazioni degli aeroporti che potrebbero attirare volatili che finirebbero dunque per aggirarsi in prossimità delle piste. Questa è una condizione molto pericolosa, dal momento che gli animali in volo potrebbero venir travolti o addirittura aspirati dai grossi motori a turbina degli aerei in decollo o atterraggio.

Impatto Energetico del Paese: evidenza dello spreco

L’inquinamento luminoso incide fortemente sul tema energetico di una paese e implica un grosso spreco di energia. Come accennato precedentemente, molti dei lampioni presenti sul nostro territorio non permettono una illuminazione ottimale delle superfici stradali, ma parte della radiazione prodotta viene indirizzata senza essere schermata anche verso l’alto. Questa rappresenta una frazione di energia di fatto persa inutilmente. Come inutilmente viene persa la radiazione prodotta da fanali brutalmente indirizzati verso le facciate dei palazzi o banalmente dai lampioni di forma sferica che indirizzano un buon 60% della luce prodotta verso in zone diverse da quelle da illuminare, e dunque anche verso la volta celeste.

Per quantificare un pò di più quanto si spreca nel nostro paese, basterà pensare che in media nel 2017 il consumo di energia elettrica per l’illuminazione pubblica è stato di 6.000 GWh, con un consumo pro capite di 100 kWh, pari al doppio della media europea di 51 kWh (fonte dei dati qui). In particolare, per la Germania (che ha 20 milioni di abitanti in più rispetto all’Italia), è stato registrato un consumo pro capite di circa 48 kWh, come visibile anche nella figura sotto che mostra i flussi luminosi pro capite, a livello provinciale, di Italia e Germania. Questo dimostra quanto nel nostro Paese lo spreco si trovi a livelli davvero  preoccupanti e quanto ancora ci sia da fare per frenare questa veloce deriva.

Flussi luminosi pro capite, a livello provinciale, di Italia e Germania (fonte qui)

L’astronauta Paolo Nespoli, in una delle sue brillanti e affascinanti conferenze tenutasi a Ferrara nel 2012 mostra attraverso una sua foto scattata dalla Stazione Spaziale Internazionale quanto l’illuminazione artificiale presente nel nostro territorio sia visibile dallo spazio. Lo fa mettendo in luce la differenza che sussiste proprio con la Germania, che seppur maggiormente industrializzata risulta essere di gran lunga meno impattata dall’inquinamento luminoso. Per i curiosi è molto interessante sentire proprio le sue parole a riguardo a questo link.

 

L’Italia vista dallo spazio in una foto di Paolo Nespoli durante la sua permanenza sulla ISS.

 

Concludendo, abbiamo ancora tanta strada da percorrere nella lotta all’inquinamento luminoso, ma ogni passo (anche il più piccolo) è importante, come dimostrato dalla regione Veneto, che tra le prima ha adottato e promosso una legge regionale che promuove la lotta all’inquinamento luminoso e che potete trovare a questo link.

Non ci resta che darci da fare e lavorare tutti per questo nobile fine comune che potrà garantire ai nostri figli questo immenso patrimonio: una finestra sull’Universo. 

 

Angelo F. Gambino

 

 

Bibliografia

  • Richard G Stevens, Does electric light stimulate cancer development in children?, Cancer Epidemiol Biomarkers Prev, 2012 May;21(5):701-4. doi: 10.1158/1055-9965.EPI-12-0015;
  • Richard G StevensGeorge C BrainardDavid E BlaskSteven W LockleyMario E Motta, CA Cancer J Clin2014 May-Jun;64(3):207-18. doi: 10.3322/caac.21218;
  • Stephen T. Emlen, Scientific American, Vol. 233, No. 2 (August 1975), pp. 102-111 (10 pages);

 

Siti Utili

Share this Post