Eclissi totali di Luna

Vito La Colla/ Luglio 26, 2018/ Curiosità

Esaminando le caratteristiche astronomiche e la posizione dei tre astri interessati al fenomeno – Sole, Terra e Luna – si può notare che vi sono tre parametri che concorrono a determinare le caratteristiche di un’eclisse totale di Luna.

Innanzitutto, il cono d’ombra della Terra, molto lungo, ha un valore maggiore, in migliaia di km, della distanza massima Terra – Luna. Questo fatto determina l’impossibilità che la Luna, durante la sua orbita, si possa disporre sul prolungamento del cono, cioè oltre il suo vertice, ed essere così interessata da un’eclisse “anulare” lunare (quasi anagramma…). Cioè, in quel caso, impossibile, si vedrebbe la zona centrale della Luna oscura o ombreggiata, e tutt’attorno la superficie dell’emisfero sempre rivolto a noi illuminato, anche se un pò debolmente, dai raggi solari. Come avviene, con caratteristiche molto diverse, durante un’eclisse anulare del Sole.

L’eclisse lunare è sempre o solo parziale o solo totale. Talvolta è anche “di penombra”, ma all’osservazione la differenza non viene facilmente notata, perché siamo abituati a vedere spesso il nostro satellite un po’ filtrato attravero l’atmosfera, non sempre limpida. E pertanto il grosso delle persone manco se ne accorge. Ricordo che l’eclisse di penombra avviene quando la Luna, pur rimanendo fuori dal cono d’ombra terrestre, gli è molto vicina, e viene pertanto illuminata da un Sole parzialmente nascosto dal disco terrestre.

I tre parametri di cui tenere conto, per calcolare le caratteristiche del fenomeno (durata, valore di copertura da parte dell’ombra terrestre, maggiore o minore colore rossatro durante la totalità, eccetera) sono i seguenti:

  1. distanza della Luna dalla Terra;
  2. distanza della Terra dal Sole;
  3. velocità di spostamento della Luna lungo la sua orbita ellittica.

Infatti, se la Luna si trova nei pressi dell’apogeo, punto di distanza massima fra il nostro satellite e il nostro pianeta, la Luna apparirà più piccola e inoltre attraverserà il nostro cono d’ombra in una zona più vicina al suo vertice, e pertanto attraverserà un’area meno vasta di quella che si crea quando il vertice del cono è più lontano. Inoltre, è noto che, per motivi prettamente geometrici, più un pianeta è lontano dal Sole, più lungo è il cono di ombra che proietta dietro di sé. Se il nostro pianeta si trova nei pressi dell’afelio, ed è nel punto più lontano dal Sole, la sua ombra è più lunga. Pertanto una eclisse totale lunare durerà di più perché la Luna attraversa il cono in un punto più lontano dal vertice. Se invece la Terra si trova nei pressi del perielio, la sua ombra nello spazio è più corta, e la Luna, se ci “incappa”, attraversa una zona più vicina al vertice del cono, e pertanto meno ampia.

Per comprendere meglio il fenomeno, facciamo il gioco dei SE.

  1. Se il piano su cui giace l’orbita lunare coincidesse con quello su cui giace l’orbita terrestre, si avrebbe ogni mese una eclisse totale di Sole e una totale di Luna. Invece il piano lunare è inclinato di 5 gradi su quello dell’orbita terrestre e pertanto, solo quando i tre corpi celesti sono perfettamente allineati, avviene una eclisse, sia solare che lunare. Ciò avviene solo quando la Luna si trova ad attraversare, con la sua orbita, il piano dell’eclittica, su cui giace la nostra orbita attorno al Sole; i tre corpi in questione, inoltre, si dovranno trovare, ad un dato momento, perfettamente allineati nello spazio. Questi due punti di intersezione fra i due piani orbitali vengono chiamati “nodi”.
  2. Se la nostra Terra fosse priva di atmosfera, la Luna non riceverebbe, quando è nel cono d’ombra, nessun raggio da parte del Sole (letteralmente scomparirebbe alla vista). Guardando con un telescopio la volta celeste, si noterebbe una piccola zona circolare senza stelle: lì c’è la Luna, buia e invisibile. Ma il nostro pianeta, per nostra fortuna, è dotato di una bella e respirabile atmosfera. I raggi solari, entrano dallo spazio vuoto e colpiscono l’atmosfera, penetrandovi; vengono deviati per il fenomeno della rifrazione, e quando escono, tornando nello spazio esterno, sono diretti verso la Luna, quasi a rincuorarla. Come l’acqua che sta uscendo da un imbuto. Questa piccola quantità di luce deviata dalla nostra atmosfera arriva sul suolo selenitico, privo dell’illuminazione diretta del Sole. I raggi che giungono alfine sul nostro satellite sono rossastri, in quanto le impurità e i vapori che pervadono la parte bassa dell’atmosfera bloccano le frequenze sul blu, ma fanno transitare, benevolmente, quelle rosse.Ecco perché si parla, giornalisticamente, di “Luna rossa“.Si può concludere immaginando che Mercurio, pianeta privo di atmosfera, abbia un satellite; se questo satellite, ruotando attorno al piccolo pianeta, entrasse nel cono d’ombra di Mercurio, semplicemente un osservatore sul pianeta Mercurio non lo vedrebbe più, per tutta la durata dell’eclisse.
  3. Se, per assurdo, la velocità di un pianeta o satellite attorno al suo corpo celeste principale fosse costante, si avrebbero eclissi lunari più lunghe di quando accade ora, quando la Luna si trova più vicina alla Terra, nei pressi del perigeo. Invece, curiosamente, proprio quando la Luna attraversa la sezione più larga del cono d’ombra, essa sta (già da un po’) accelerando (Keplero 2) e questo fatto riduce il tempo impiegato ad uscire dal cono! Si potrebbe dire, la geometria vinta dalla fisica!

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Nota di italiano. Il nome di questo fenomeno di cui parliamo si può dire in quattro modi diversi. Eclissi, eclisse, ecclissi e ecclisse. Poi alcuni considerano i termini come femminili, altri come maschili: una grande confusione. Pertanto questa parola può dar luogo a numerosi modi di scrittura e di pronunzia. Esempio: Queste ecclissi sono attraenti, questi ecclissi sono attraenti, l’eclisse di ieri è stata interessante, l’eclissi di ieri mi è piaciuto, l’ecclisse di ieri l’ho perduta, purtroppo; e così via. Credo che sia un caso unico, nella nostra lingua. Oggi, comunque, la maggioranza delle persone che parlano o scrivono libri e articoli, scelgono eclissi. Io, invece, sono attratto da eclisse, come si è visto nel mio testo! I quattro fonemi sono rimasti nel vocabolario, e anche il loro doppio genere; e sono regolarmente usabili, a piacimento di chi parla.

‒ Vito La Colla

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