Eclissi di Sole
Le eclissi solari avvengono per l’interposizione, fra noi e il Sole, della nostra vecchia, cara e rugosa Luna che interagisce continuamente con il nostro pianeta (le maree, ecc.). Le eclissi, sia solari che lunari, sono uno spettacolo che si ammira dalla Terra.
In questo articolo parleremo di un argomento raramente affrontato dai libri e dalle riviste di astronomia: l’ “affollamento” di eclissi.
Il grande studioso di astronomia Gino Cecchini, nel suo libro “Il Cielo”, parlando delle eclissi totali di Sole, afferma che esse sono estremamente rare, per un dato luogo della Terra. È stato fatto un calcolo, secondo il quale perché si verifichi di nuovo, in un determinato punto geografico del nostro pianeta, una eclissi totale di Sole, dovranno passare, in media, 360 anni circa!
Occorre subito notare che le cose non stanno esattamente così. Questo calcolo di 360 anni vale per un punto della superficie terrestre molto ben specificato, diciamo un chilometro quadrato. Se invece si è un po’ più elastici, per avere una eclissi totale di Sole in “quella zona”, a distanza, poniamo, di venti-quaranta chilometri dal luogo del primo fenomeno, occorrerà attendere di meno, probabilmente un secolo, o giù di lì. Comunque sempre tanto, sempre troppo, almeno per la vita dell’uomo. Allora non resta che godersi, se si è fortunati, una sola eclissi totale nella propria vita, oppure, viaggiare.
Ho un amico di Roma che ha visto, girovagando per il mondo, circa quattordici eclissi solari, fra totali e anulari! Un vero appassionato, che, d’altra parte, con questa scusa del fenomeno celeste, visita spesso zone dove il turismo, di norma, non porta visitatori (Siberia, Nuova Guinea, Nuova Zelanda, Bolivia, ecc.).
Tornando alla rarità delle eclissi solari, vediamo subito che, come in tutte le cose, vi sono delle interessanti eccezioni. Esaminando le carte che recano, per un periodo di circa vent’anni, le varie fasce di eclissi, cioè le strisce determinate dal trascorrere dell’ombra circolare della Luna sulla superficie del nostro pianeta, si scopre con sorpresa che, ogni tanto, tali ombre si intersecano (come due strade), formando un incrocio. Nel punto di intersezione, allora, si possono osservare due successive eclissi totali di Sole (o talvolta una totale e una anulare) alla distanza di dieci anno (o poco più anni). Può capitare che le due date appaiano più vicine fra di loro, un anno o due.
Allora passiamo in rassegna due casi più clamorosi, avvenuti negli scorsi decenni. Dovrebbe essere un evento interessante, non priva di fascino, poter osservare da una stessa città, da uno stesso albergo, da uno stesso parco, due eclissi totali nell’arco di pochi anni. Con modalità un po’ differenti, magari una di mattina e la seconda di sera; una d’inverno, con il Sole basso, una d’estate, con il Sole vicino allo zenit; una brevissima e una molto più lunga. In un contesto locale magari leggermente cambiato, nel breve lasso di tempo.
- Il caso più clamoroso (tre eclissi in dieci anni e mezzo) è avvenuto, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, sulla città di Kzyl-Orda, situata nel Kazakistan (o Kazakhstan), a circa 400 chilometri ad est del grande Lago di Aral. La città, che contava allora un po’ più di centomila abitanti, apparteneva all’U.R.S.S., da cui il Kazakistan si è separato, per diventare indipendente, nel 1991. Si comincia con il fenomeno del 21 settembre 1941, al mattino, con il Sole poco alto sull’orizzonte durata, circa due minuti. La città piomba nel buio, in un periodo di guerra, di privazioni, di paura. Passano quattro anni, siamo nel luglio del 1945, esattamente il giorno 9, pochissimo prima del tramonto, con il nostro astro bassissimo sull’orizzonte; il Sole si eclissa per meno di un minuto. Ancora una settimana esatta, e sulla Terra, per la prima volta nella storia, un’esplosione nucleare segna l’inizio di una nuova era. Avviene negli Stati Uniti, esattamente ad Alamogordo, nel Nuovo Messico, e prelude alle due tremende e apocalittiche esplosioni dell’agosto successivo, su Hiroshima e Nagasaki, in Giappone, che provocheranno la morte di più di centomila persone. La guerra nell’U.R.S.S. è appena finita, e fra un mese si concluderà definitivamente, con la resa del Giappone. Ancora sette anni, e il 25 febbraio del 1952 la terza eclissi si verifica a Kzil-Orda, un’ora prima del tramonto, con una durata di due minuti. Questo fenomeno è stato osservato, parzialmente dall’Italia. Nove anni dopo, il 15 febbraio del 1961, la famosa eclissi totale sull’Italia settentrionale, da Torino e Genova fino ad Ancona, passando per Firenze. La televisione, in attività solo da otto anni, fece un memorabile collegamento dal Ponte Vecchio di Firenze, con migliaia di persone assiepate lungo l’Arno, con il naso all’insù, nella livida, gelida e irreale mattina di quel lontano febbraio. Fra ottant’anni circa avverrà la prossima eclissi totale in Italia (3 settembre 2081), nell’angolo nord-est, al confine con l’Austria. Perciò, centoventi anni senza che sul territorio italiano si possa verificare un’eclissi totale. Ma torniamo allo ”affollamento di eclissi”. Questo caso di Kzil-Orda (pronuncia /sgil ardà/ – sg come la J di jour) è il più clamoroso, riguardante un terzetto di eclissi, che si sia verificato nel secolo appena trascorso. Tutte e tre totali.
- Un altro caso, avvenuto circa in quello stesso periodo, nel Laos, vicino al confine con l’attuale Viet Nam, è però di tre eclissi anulari. In un periodo un po’ minore di quattordici anni, il 20/07/1944, il 14/12/1955 e il 19/04/1958 tre eclissi anulari furono osservate dalla stessa località. Quella del 1955 è stata una delle più lunghe anulari in assoluto (dodici minuti e nove secondi) ma solo nella sua fase centrale, al mezzogiorno locale, nell’Oceano Indiano a sud dell’India). Ricordiamo che la più lunga eclissi anulare teoricamente possibile, con la Luna all’apogeo e la Terra al perielio, si può osservare nei pressi dell’Equatore, e dura dodici minuti e ventiquattro secondi. La lunga durata dipende, oltre che dalla massima distanza del nostro satellite dalla Terra, anche dal fatto che la Luna, quando si trova nei pressi dell’apogeo, si muove più lentamente (seconda Legge di Keplero). Quando la Terra si trova al perielio, cioè nel punto della sua orbita più vicino al Sole, il disco abbagliante del nostro astro ci appare il più grande possibile. Se in quel momento la Luna si trova all’apogeo – il punto della sua orbita in cui si trova più lontano dalla Terra – il suo disco si osserva più piccolo (infatti la Luna è più lontana). Badate che si tratta di differenze piccole, che non si possono notare a occhio nudo. Ma bastano per far sì che, se in quell’istante si verifica un’eclissi, essa non solo sia anulare, ma con l’anello solare il più largo possibile. La Luna, con diametro piccolo, non riesce a coprire il disco del Sole, che in quel momento ci appare con diametro massimo. E allora il fenomeno dura di più, l’anello sfolgorante ci appare per più di dodici minuti. Anche se la luce non si attenua di molto, perché il Sole ridotto ad anello invia lo stesso sulla Terra una quantità considerevole di luce (quello che ho visto sulla costa della Libia, a Leptis Magna, nell’aprile del 1976).
C’è da considerare anche un altro fatto: l’affollamento di eclissi ha un senso se avviene sulla terraferma, come nel caso del Kazakistan e del Laos. Se, infatti, accade in mezzo al mare, può risultare un elegante oggetto di ricerca, ma praticamente nessuno se ne accorgerà mai. Nel caso invece di osservazione dalla stessa località, le eclissi provocheranno stupore fra gli abitanti, che, specie i più giovani – senza memoria degli anni passati – saranno indotti a credere che questa sia la regola, che le eclissi, totali o anulari, si verifichino ogni quattro o cinque anni!
‒ Vito La Colla